L’acqua minerale rappresenta per molti italiani la scelta preferita quando si tratta di bere acqua, superando ancora oggi la fiducia riposta nell’acqua del rubinetto, sebbene anch’essa sia potabile e sottoposta a rigorosi controlli. Negli ultimi anni, tuttavia, anche i marchi più noti hanno dovuto affrontare episodi di ritiro dal mercato di ingenti quantitativi di bottiglie, come vedremo di seguito.
L’acqua in bottiglia “ritirata”: ecco qual è
Come avviene per qualsiasi altro prodotto alimentare, anche l’acqua confezionata deve rispettare parametri stringenti relativi alla sua composizione chimica e microbiologica per poter essere distribuita e consumata in sicurezza. Qualora vengano riscontrate sostanze indesiderate o concentrazioni superiori ai limiti di legge, il Ministero della Salute può disporre il ritiro immediato dei lotti interessati.

Un caso emblematico si è verificato alcuni mesi fa, quando centinaia di migliaia di bottiglie di acqua Fiuggi, uno dei marchi più apprezzati e riconoscibili, sono state richiamate dal mercato. Il lotto coinvolto, identificato dalla sigla L24076, è stato ritirato dalla stessa azienda in via precauzionale.
Le motivazioni specifiche non sono state rese pubbliche nei dettagli, ma si è parlato genericamente di rischio legato alla possibile presenza di “corpi estranei” nelle bottiglie, elementi ovviamente non compatibili con il consumo umano. È importante ricordare che anche l’acqua di fonte, durante le fasi di imbottigliamento o trasporto, può essere soggetta a contaminazioni accidentali.
Il “problema” dell’acqua in bottiglia
Nonostante una leggera flessione nelle vendite in alcuni settori, l’acqua in bottiglia rimane molto diffusa in Italia, complice anche la percezione che l’acqua del rubinetto non sia sempre sicura o gradevole. Tuttavia, negli ultimi anni, l’acqua confezionata è stata rivalutata criticamente sia dal punto di vista ambientale che salutistico.

L’acqua in bottiglia viene generalmente prelevata direttamente da sorgenti naturali, il che la rende spesso più “pura” rispetto a quella del rubinetto, che viene sottoposta a processi di potabilizzazione tramite l’aggiunta di sostanze disinfettanti per eliminare batteri e virus. Tuttavia, questa differenza non sempre giustifica la scelta di preferire l’acqua confezionata.
Un altro aspetto cruciale riguarda la sostenibilità ambientale: la produzione e lo smaltimento delle bottiglie di plastica rappresentano una delle principali fonti di inquinamento, nonostante i progressi nel riciclo. L’acqua confezionata, quindi, viene sempre più spesso considerata una soluzione poco sostenibile e destinata a un futuro incerto.
L’acqua in bottiglia fa male?
La questione è complessa e ancora oggetto di studio. Se da un lato il vetro rappresenta un materiale più sicuro e sostenibile rispetto alla plastica, quest’ultima solleva numerosi interrogativi, soprattutto per quanto riguarda il rilascio di microplastiche e altre sostanze potenzialmente nocive. Tuttavia, stabilire un legame diretto tra consumo di acqua in bottiglia e problemi di salute non è semplice, anche perché gli effetti delle microplastiche sull’organismo umano sono ancora poco chiari.

È emerso però che la qualità dell’acqua in bottiglia può essere influenzata da diversi fattori, come il tempo di conservazione, l’esposizione alla luce solare e le variazioni di temperatura, che possono alterare la composizione della plastica e favorire il rilascio di sostanze indesiderate.
Non si può quindi affermare in modo assoluto che l’acqua in bottiglia sia dannosa per la salute, poiché la presenza di microplastiche e altri contaminanti varia notevolmente da un marchio all’altro e dipende anche dalle condizioni di conservazione. Un approccio equilibrato potrebbe essere quello di limitarne il consumo, preferendola solo in determinate circostanze e affidandosi principalmente ad altre soluzioni.
Le alternative
Le problematiche legate al consumo di acqua in bottiglia non sono ancora del tutto note, ma è certo che anche l’acqua del rubinetto, soprattutto in alcune zone, può presentare un’elevata concentrazione di minerali come il calcio, risultando così “dura” e poco gradita a molti consumatori. Per questo motivo, molti scelgono comunque l’acqua confezionata per maggiore tranquillità.

Una valida alternativa è rappresentata dai depuratori domestici, sempre più diffusi e facilmente installabili grazie a soluzioni compatte offerte da numerose aziende specializzate. Questi dispositivi agiscono come filtri avanzati, riducendo la presenza di minerali in eccesso e di eventuali agenti patogeni, migliorando così la qualità e il sapore dell’acqua di casa.
L’acqua è una risorsa preziosa e insostituibile: per il bene dell’ambiente e della nostra salute è fondamentale adottare abitudini di consumo consapevoli e responsabili. Considerando anche le previsioni che indicano una possibile riduzione della disponibilità di acqua potabile nei prossimi anni, è importante non sottovalutare l’impatto delle nostre scelte quotidiane.