
La pensione di reversibilità rappresenta una delle principali forme di tutela previdenziale previste dal sistema pensionistico italiano. Essa consiste nella possibilità, per i familiari superstiti di un lavoratore o pensionato deceduto, di ricevere una parte della pensione che sarebbe spettata o che già spettava al defunto. Nel 2025, conoscere i requisiti per accedere a questa prestazione e le modalità per presentare domanda è fondamentale per garantirsi un sostegno economico in un momento di difficoltà.
Pensione di reversibilità: definizione e funzionamento
La pensione di reversibilità è una prestazione economica erogata dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ai familiari superstiti di un pensionato deceduto. Se la persona scomparsa era ancora in attività lavorativa e non aveva ancora maturato il diritto alla pensione, i familiari possono invece beneficiare della pensione indiretta, che ha caratteristiche simili. L’obiettivo di queste prestazioni è quello di tutelare economicamente i familiari, garantendo una continuità di reddito anche dopo la perdita del congiunto che rappresentava la principale fonte di sostentamento.
La pensione di reversibilità viene calcolata in percentuale rispetto all’importo della pensione percepita dal defunto. La percentuale varia in base al numero e alla tipologia dei superstiti aventi diritto. Nel corso degli anni, la normativa italiana ha subito diverse modifiche, ma il principio di base rimane quello di fornire un aiuto concreto alle famiglie colpite da un lutto.
Nel 2025, la pensione di reversibilità continua a rappresentare una voce importante nel bilancio previdenziale italiano, sia per il numero di beneficiari sia per l’impatto sociale che essa comporta. È quindi essenziale conoscere con precisione chi può accedere a questa prestazione e come presentare correttamente la domanda per non incorrere in ritardi o errori procedurali.
Chi ha diritto alla pensione di reversibilità nel 2025
I soggetti che possono beneficiare della pensione di reversibilità sono individuati dalla legge e la platea dei potenziali beneficiari comprende diverse categorie di familiari. In primo luogo, il diritto spetta al coniuge superstite, sia esso in regime di matrimonio civile che di unione civile, e, in alcuni casi, anche al coniuge separato o divorziato, purché titolare di assegno divorzile.
Oltre al coniuge, hanno diritto alla pensione di reversibilità anche i figli, a condizione che siano minorenni, studenti universitari entro i 26 anni e senza reddito, oppure inabili al lavoro a causa di invalidità. I figli maggiorenni possono mantenere il diritto solo se soddisfano specifici requisiti di studio o di invalidità.
In assenza di coniuge e figli, il diritto può estendersi ai genitori del defunto, se a carico dello stesso, e ai fratelli e sorelle, purché inabili al lavoro e a carico del deceduto. È importante sottolineare che il concetto di “essere a carico” viene valutato in base alla situazione economica del superstite e alla sua convivenza con il defunto. Nel 2025, la normativa conferma questi criteri, ma è sempre consigliabile verificare eventuali aggiornamenti normativi o interpretazioni dell’INPS.
Come si calcola la pensione di reversibilità
L’importo della pensione di reversibilità non corrisponde al 100% della pensione percepita dal defunto, ma viene calcolato in base a percentuali stabilite dalla legge. In generale, la percentuale base è del 60% per il coniuge superstite, del 20% per ciascun figlio e del 15% per altri familiari aventi diritto. Queste percentuali sono cumulabili fino a un massimo del 100% dell’importo originario della pensione.
Ad esempio, se il defunto lascia il coniuge e un figlio, la percentuale spettante sarà dell’80% (60% + 20%). Se i superstiti sono due figli senza coniuge, la percentuale sarà del 40% per ciascuno, fino al raggiungimento del 100%. È importante ricordare che l’importo effettivo può subire riduzioni in presenza di redditi aggiuntivi del beneficiario, secondo le soglie stabilite annualmente dall’INPS.
Nel 2025, le modalità di calcolo restano sostanzialmente invariate rispetto agli anni precedenti, ma è fondamentale consultare le tabelle aggiornate dell’INPS per conoscere le soglie reddituali e le percentuali applicabili, soprattutto in caso di situazioni familiari complesse o di presenza di più beneficiari.
Come presentare domanda per la pensione di reversibilità nel 2025
Per ottenere la pensione di reversibilità nel 2025, è necessario presentare apposita domanda all’INPS. La procedura è ormai completamente digitalizzata e può essere effettuata attraverso il portale online dell’INPS, utilizzando le proprie credenziali SPID, CIE o CNS. In alternativa, è possibile rivolgersi ai Patronati, che offrono assistenza gratuita nella compilazione e nell’invio della domanda.

La documentazione richiesta comprende il certificato di morte del pensionato o lavoratore deceduto, lo stato di famiglia, la dichiarazione dei redditi del richiedente e, se necessario, la documentazione attestante lo stato di inabilità o di studio dei figli maggiorenni. È importante compilare con attenzione tutti i campi richiesti e allegare la documentazione completa per evitare ritardi nell’istruttoria.
Una volta presentata la domanda, l’INPS avvia la verifica dei requisiti e, in caso di esito positivo, eroga la pensione di reversibilità con decorrenza dal primo giorno del mese successivo al decesso. Nel caso di domande presentate in ritardo, è possibile ottenere gli arretrati fino a un massimo di cinque anni. Nel 2025, la digitalizzazione delle procedure rende il processo più rapido ed efficiente, ma resta fondamentale seguire con attenzione le istruzioni fornite dall’INPS e conservare una copia di tutta la documentazione inviata.