Come richiedere la ricostituzione della pensione in caso di errori nei calcoli Inps

La pensione rappresenta un traguardo fondamentale nella vita lavorativa di ogni cittadino. Tuttavia, può accadere che nel calcolo dell’importo pensionistico da parte dell’INPS si verifichino errori che incidono negativamente sull’assegno mensile. In questi casi, è essenziale conoscere la procedura per richiedere la ricostituzione della pensione, ovvero la correzione dei calcoli effettuati dall’ente previdenziale. Questo articolo fornisce una guida dettagliata su come agire, quali documenti presentare e quali tempistiche aspettarsi.

Cos’è la ricostituzione della pensione e quando è necessaria

La ricostituzione della pensione è un procedimento amministrativo che consente al pensionato di ottenere la revisione del proprio trattamento pensionistico in seguito alla scoperta di errori o omissioni nei calcoli effettuati dall’INPS. Può riguardare sia errori materiali (ad esempio, dati anagrafici o contributivi errati), sia errori di diritto (interpretazione errata delle norme applicabili).

SC - Modulo domanda INPS compilato

Le situazioni più frequenti che richiedono la ricostituzione della pensione includono:

– Errori nel conteggio degli anni di contribuzione
– Mancata considerazione di periodi di lavoro o di contribuzione figurativa
– Errata applicazione delle aliquote di calcolo
– Omissioni relative a maggiorazioni o benefici previsti per legge (es. lavori usuranti, invalidità, maggiorazioni sociali)

Come individuare gli errori nei calcoli INPS

Prima di avviare la procedura di ricostituzione, è fondamentale individuare con precisione l’errore commesso dall’INPS. Spesso, il pensionato si accorge di un importo inferiore rispetto alle aspettative, oppure riceve comunicazioni che segnalano incongruenze nei dati.

SC - Modulo domanda INPS compilato

Per verificare la correttezza del calcolo, è consigliabile:

– Consultare il prospetto di liquidazione della pensione ricevuto dall’INPS
– Controllare l’estratto conto contributivo tramite il servizio online “MyINPS”
– Confrontare i dati con la documentazione personale (buste paga, CUD, certificati di servizio, ecc.)
– Rivolgersi a un patronato o a un consulente previdenziale per un’analisi approfondita

La procedura per richiedere la ricostituzione della pensione

Una volta accertato l’errore, il pensionato può presentare domanda di ricostituzione all’INPS. La richiesta può essere inoltrata in due modalità principali: online, attraverso il portale INPS, oppure tramite patronato.

SC - Modulo domanda INPS compilato

Procedura online:
– Accedere al sito www.inps.it
– Entrare nell’area personale “MyINPS” utilizzando SPID, CIE o CNS
– Selezionare la sezione “Ricostituzione pensione”
– Compilare il modulo telematico, specificando la tipologia di errore e allegando la documentazione necessaria
– Inviare la domanda e conservare la ricevuta

Procedura tramite patronato:
– Recarsi presso un patronato di fiducia
– Presentare la documentazione relativa all’errore riscontrato
– Il patronato provvederà a compilare e inoltrare la domanda per conto del pensionato, offrendo assistenza anche nella preparazione dei documenti

Documenti necessari, tempistiche e cosa aspettarsi dopo la domanda

Per la richiesta di ricostituzione della pensione è necessario allegare:

SC - Modulo domanda INPS compilato

– Copia di un documento di identità e del codice fiscale
– Prospetto di liquidazione della pensione
– Estratto contributivo aggiornato
– Documentazione che attesti l’errore (buste paga, certificati, sentenze, ecc.)
– Eventuali comunicazioni precedenti con l’INPS

Le tempistiche per la definizione della domanda variano in base alla complessità del caso e al carico di lavoro dell’INPS. In media, la risposta arriva entro 90-120 giorni dalla presentazione della domanda. In caso di accoglimento, l’INPS provvederà a ricalcolare l’importo della pensione e a corrispondere gli arretrati dovuti, eventualmente con gli interessi di legge.

Se la domanda viene respinta o non si riceve risposta entro 120 giorni, è possibile presentare un ricorso amministrativo presso il Comitato Provinciale INPS o, in ultima istanza, ricorrere al giudice del lavoro.

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