Autovelox 2025: fino a che distanza ti può beccare? Tutta la verità per evitare multe

Gli autovelox sono diventati parte del paesaggio stradale, come i semafori o i cartelli di stop. Alcuni li ignorano, altri rallentano di colpo appena li vedono. Eppure, non tutti sanno come funzionano davvero o quali sono le nuove regole che li riguardano. Con le modifiche al codice della strada, le cose sono cambiate parecchio, e conviene capire bene dove si può essere multati e dove no.

Alcune informazioni sul nuovo decreto

Dal 2024 è entrato in vigore un decreto che impone le regole più precise sull’uso degli autovelox. Non possono più essere messi a caso, tipo in mezzo alla campagna senza motivo. Devono trovarsi solo su tratti dove ci sono incidenti frequenti e dove non è possibile fermare subito chi sgarra. Una scelta che mira a ridurre le multe ingiuste e i controlli messi solo per far cassa.

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In città, per esempio, gli autovelox non possono stare dove il limite sotto i 50 all’ora. Fuori, invece, ci deve essere sempre una differenza di almeno 20 km orari tra il limite effettivo e quello legale previsto per quella categoria di strada. Non possono piazzarne uno dove il limite 60 se la legge prevede 90 su quella tipologia, altrimenti non è valido.

La distanza tra due dispositivi deve essere rispettata: minimo 500 metri in ambito urbano, fino a 4 km sulle autostrade. Questo per evitare che uno venga beccato due volte in fila, magari solo per distrazione. Non ha senso prendere due multe in cinque minuti se si è commesso lo stesso errore. E infatti la norma prevede che in questi casi si paghi solo la sanzione più grave.

Gli importi delle sanzioni

Un punto importante riguarda la segnalazione. Gli autovelox devono essere preceduti da cartelli visibili. Su strade extraurbane devono essere segnalati almeno un km prima, mentre in città bastano 200 metri, ma possono anche essere 75 in certi casi. Se non c’è avviso, o se il cartello è nascosto da un albero, la multa si può contestare.

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Non tutti gli apparecchi sono regolari. Per essere validi, devono essere omologati. Vale a dire autorizzati ufficialmente, con documenti che ne attestano il corretto funzionamento. I dispositivi già presenti sulle strade hanno un anno di tempo per mettersi in regola, altrimenti vanno rimossi. Non basta che funzionino: serve il timbro, per capirci.

Le sanzioni variano a seconda dell’eccesso di velocità. Se si va fino a 10 chilometri orari oltre il limite, la multa è leggera, da 42 a 173 euro e non tolgono punti. Da 11 a 40 km sopra, si sale a 694 euro e tre punti meno. Poi si va da 543 a 2.170 e sospensione della patente se si superano i 40 chilometri. Oltre i 60, la cosa diventa seria.

La questione degli orari e dei margini di tolleranza

Attenzione anche agli orari. Se l’inflazione avviene tra le 22 e le 7 del mattino, l’importo della multa cresce di un terzo. E una giunta che spesso sfugge, ma che può pesare parecchio. Inoltre, se si fanno due o più infrazioni gravi nell’arco di due anni, può scattare automaticamente la sospensione della patente, senza passaggi intermedi.

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Come sempre, c’è un margine di tolleranza. Fino a 100 km orari, l’autovelox deve considerare un errore possibile di 5 km orari. Sopra i 100, vale una riduzione del 5% sulla velocità registrata. Quindi, se il limite è 130 in autostrada, si viene multati da 137 km/h in su. Sono dettagli importanti che, a volte, fanno la differenza tra multa sia multa no.

Se si riceve una sanzione, è possibile vedere le immagini della violazione. Si può farlo online, usando il link che spesso compare sul verbale. Oppure si può fare richiesta via PEC o email, oppure andando di persona all’ente che hai messo la multa. Le immagini devono essere nitide mostrare chiaramente la targa e il contesto. Se ci sono più auto nella foto, si può contestare.

Quando e come contestare una multa

C’è anche il tutor, presente su diverse tratte autostradali. Funziona diversamente: non rileva la velocità in un punto, ma la calcola su un tratto, confrontando il tempo impiegato. Se ci si mette troppo poco, vuol dire che si è andati oltre i limiti. Anche in questo caso vale la tolleranza degli autovelox, quindi niente panico se si era giusto al limite.

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Contestare una multa è possibile, ma serve avere un motivo concreto. Ad esempio, se il cartello non era visibile, se l’apparecchio non era omologato se la velocità registrata non tiene conto della tolleranza. Si può fare ricorso entro 30 giorni al Giudice di Pace o entro 60 giorni al prefetto. Non è sempre facile, ma in alcuni casi funziona.

Infine, per chi ha appena preso la patente, i limiti sono diversi. Nei primi tre anni, sulle autostrade non si possono superare i 110 chilometri orari, e 90 sulle extraurbane principali. Vale per tutti i neopatentati, a prescindere dall’età. Anche un superamento leggero può portare a molte più salate del previsto, quindi è meglio tenerlo a mente, almeno per un po’.

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