Tagli alla sanità: cosa rischiano davvero le famiglie italiane?

Negli ultimi anni il sistema sanitario italiano ha subito una crescente pressione proprio a causa dei tagli ai suoi finanziamenti pubblici. Questa riduzione delle risorse destinate al servizio sanitario nazionale ha avuto delle conseguenze reali sulla vita quotidiana di tantissime famiglie italiane, il cui diritto alla salute è diventato quasi un privilegio.

Cosa è successo?

Secondo i dati ufficiali, i fonti per la spesa sanitaria pubblica italiana non è riuscita a tenere il passo con l’inflazione, l’invecchiamento della popolazione o anche l’aumento dei costi sanitari. infatti, dopo la pandemia abbiamo visto un rallentamento degli investimenti nel settore, sia per motivi economici ma anche per delle scelte politiche.

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Infatti, in parte a causa proprio di scelte politiche che hanno orientato al contenimento della spesa sanitaria. Ma qual è il rischio concreto? In effetti, il rischio concreto è che il sistema pubblico non riesca più a garantire le cure necessarie a tutti i cittadini, ciò significa che molto spesso essi dovranno ricorrere alla sanità privata.

C’è però da dire che non tutti possono permettersi di rivolgersi a medici privati, dato che si presentano con dei costi eccessivamente alti che appunto non tutti possono pagare. Per tale motivo risulta essere un periodo davvero molto difficile per la salita e per tutti quei cittadini che hanno bisogno di cure, ma non possono permetterselo.

Cosa rischiano le famiglie italiane?

Sicuramente uno degli effetti più evidenti dei tagli e lamento dell’ellisse d’attesa. Infatti c’è da dire che per molti esami diagnostici, per le visite specialistiche e anche per interventi chirurgici non urgenti, i tempi si allungano davvero di molto, anche di diversi mesi e possono arrivare addirittura ad anni.

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Ciò porta sicuramente a tantissime persone, ovviamente soprattutto quelle persone che possono permetterselo, a rivolgersi al settore privato in modo tale da riuscire ad evitare le attese e possibili aggravamenti delle condizioni della propria salute. Il vero problema invece è quando una persona non può permetterselo e quindi l’alternativa è proprio la rinuncia.

Infatti, secondo alcune stime, oltre 4 milioni di italiani ogni anno rinuncia posticipa delle cure sanitarie proprio per motivi economici. Si tratta di un fenomeno ovviamente che va a colpire soprattutto le fasce più fragili della popolazione, come ad esempio gli anziani, i disoccupati, i lavoratori precari, le famiglie mono reddito o anche chi vive nelle regioni del sud.

Aumento della spesa privata

A causa della mancanza dei fondi per la sanità pubblica, molte persone sono costrette a sostenere determinate spese per la propria famiglia senza però alcun rimborso da parte dello Stato e ovviamente del sistema sanitario nazionale. Infatti, ad oggi la maggior parte delle persone decide di recarsi da un medico privato e solo una minima parte della sanità viene coperta da assicurazioni o fondi integrativi.

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Sicuramente, questa dinamica è già presente da diversi anni ma è in forti crescita e rappresenta sicuramente un segnale molto preoccupante. Infatti, la sanità italiana si sta man mano trasformando da un sistema universalistico a uno misto, dove l’accesso dipende dalle disponibilità economiche della singola persona o del singolo nucleo familiare.

Ovviamente c’è da dire che i tagli vanno a colpire in modo diseguale le diverse aree del paese, infatti, ad esempio le regioni del sud sono più fragili e risentono in modo maggiore di queste carenze di risorse. Non si tratta inoltre, solo di un disagio a livello economico ma mancano proprio i medici, gli infermieri, le strutture adeguate e ovviamente dei servizi territoriali efficienti.

Conseguenze a lungo termine

Sicuramente un sistema sanitario in difficoltà ha degli effetti profondi sul benessere collettivo ma anche sull’economia. Infatti, una popolazione che tende a rinunciare alle cure è più vulnerabile a delle malattie croniche, invalidità e anche perdita di produttività lavorativa. Inoltre aumentano anche i costi per lo Stato nel lungo termine, dato che curare le malattie in fase avanzata richiede più soldi rispetto a prevenirle.

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Inoltre, si indebolisce anche la fiducia nelle istituzioni, proprio quando i servizi fondamentali non funzionano. Il rischio è quindi che la salute diventi un privilegio riservato solo alle persone che possiedono le risorse giuste, minando quindi i principi di equità e solidarietà su cui si fonda il nostro sistema sanitario nazionale.

Dunque, in conclusione possiamo affermare che i tagli alla sanità non sono solo una questione contabile ma hanno un impatto diretto e quotidiano sulla vita di tantissime famiglie italiane che si ritrovano in delle liste d’attesa infinite con spese insostenibili e sempre più rinunce alle cure, proprio perché non riescono a sostenerle economicamente.

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