La calcolosi della colecisti
Le cause
La calcolosi della colecisti è una malattia molto diffusa in Europa: la sua incidenza varia dal 9 al 19% della popolazione, aumenta con l’età ed è doppia nel sesso femminile rispetto a quello maschile. Predispongono alla calcolosi l’obesità, le diete dimagranti, soprattutto se ripetute ed incontrollate, la gravidanza, il diabete, la cirrosi epatica, un alto livello di colesterolo nel sangue e l’aumento dei trigliceridi.
Esiste inoltre una familiarità per cui più membri della stessa famiglia vanno incontro alla calcolosi della colecisti.
Come si formano i calcoli?
Il fegato produce la bile, uno dei fattori più importanti per la digestione che si raccoglie in una specie di “serbatoio”, la colecisti. Durante i pasti la colecisti si contrae spingendo la bile nel duodeno, dove viene a contatto con il cibo e partecipa alla sua digestione.
In individui predisposti, il colesterolo, uno dei più importanti componenti della bile,tende a non restare in soluzione (un po’ quello che succede allo zucchero disciolto nel caffè, che tende a depositarsi sul fondo della tazzina!) e precipita in cristalli che aggregandosi fra loro formano i calcoli.
Negli individui non predisposti, il colesterolo non tende a precipitare perché è tenuto in soluzione dagli acidi biliari e dai fosfolipidi, gli altri componenti della bile.
Un altro meccanismo che favorisce la formazione di calcoli è l’incompleto svuotamento della colecisti durante i pasti che, a causa del prolungamento ristagnano della bile, facilita la precipitazione del colesterolo.
Esiste un secondo tipo di calcolosi, più raro (25%), detta “calcolosi pigmentaria” perché i calcoli sono pigmentati i nero o marrone, dovuta al precipitare della bilirubina, che in questo caso viene secreta in quantità anormali dal fegato in conseguenza di crisi emolitiche (distruzione massiva di globulo rossi) come nel caso cosiddetto “favismo”.
La maggior parte dei pazienti con calcolosi non ha sintomi
Nella maggior parte dei casi la calcolosi della colecisti non provoca sintomi. Solo nel 15-20% dei pazienti, infatti, è presente il sintomo più tipico, la colica biliare. Questa si presenta con un dolore intenso alla bocca dello stomaco ( epigastrio) o sotto la regione costale destra (ipocondrio destro) trasmesso posteriormente sotto la scapola destra, talora associato a nausea e vomito. La colica biliare può risolversi spontaneamente in breve tempo (spesso la comparsa del vomito la interrompe) ma generalmente richiede l’uso dei farmaci antidolorifici ed antispatici. In altri casi la sintomatologia della calcolosi della colecisti si limita a digestione lenta, sensazione di bocca amara, gonfiore addominale, talora nausea o vaghi dolori addominali.
La diagnosi
La diagnosi della calcolosi della colecisti è semplice. L’ecografia addominale, indagine sicura e molto attendibile, permette di evidenziare anche calcoli di pochi millimetri all’interno della colecisti. Gli esami di laboratorio nella calcolosi semplice sono del tutto nella norma e non aiutano nella diagnosi.
Possibili complicanze
Il passaggio di un calcolo nel coledoco, il sottile dotto che porta la bile dal fegato al duodeno, è la complicanza più frequente, soprattutto nell’anziano e determina una colorazione gialla della cute e degli occhi (ittero) e febbre elevata, preceduta da brividi. Talora può insorgere, sempre per la migrazione di un calcolo o di fango biliare nel coledoco, un’infiammazione del pancreas detta “pancreatite acuta”. Questa grave complicanza è caratterizzata da violenti dolori addominali associati ad ittero e, nelle forme più gravi, che sono tuttavia la minoranza, possibile compromissione di altri organi.
Queste complicanze si curano con un delicatissimo intervento (la sfinterotomia endoscopica) che, utilizzando un endoscopio introdotto attraverso la bocca, raggiunge le vie biliari ed il pancreas e rimuove i calcoli.
La presenza dei calcoli può determinare inoltre l’irritazione e l’infiammazione della parete della colecisti, che talvolta può evolvere verso una colecistite cronica, generalmente asintomatica, o una colecistite acuta, caratterizzata da dolore addominale e febbre, che richiede l’uso di antibiotici e più raramente un intervento chirurgico d’urgenza.
Una complicanza molto rara, che si osserva nelle calcolosi della colecisti di vecchia data, è il tumore della colecisti.
La cura
La calcolosi della colecisti che non dà sintomi (asintomatica), quella che, per intenderci, viene diagnostica generalmente eseguendo un’ecografia per altri motivi, non richiede un trattamento specifico. Se, al contrario, la calcolosi provoca coliche biliari è consigliata l’asportazione dell’intera asportazione dell’intera colecisti (colecistectomia). Tuttavia in caso di calcoli di colesterolo di piccole dimensioni (5-10mm), mobili dentro una colecisti che si svuota bene ed in assenza di coliche molto frequenti o dolorose o di complicanze (colecistite), si può “tentare” il loro scioglimento assumendo per via orale l’acido ursodesossicolico a dosaggi variabili secondo il peso corporeo del paziente.
Calcolosi e alimentazione
Nei pazienti con calcolosi asintomatica vanno rispettate alcune regole dietetiche molto ampie. In primo luogo è consigliabile l’assunzione di pasti frequenti, in modo da stimolare più volte al giorno lo svuotamento della colecisti, limitando in tal modo la precipitazione del colesterolo, responsabile della ulteriore formazione di calcoli e soprattutto di fango biliare.
Questo suggerimento non va considerato come un alibi ad aumentare peso: il cibo va distribuito nell’arco della giornata, prevedendo piccole merende a metà mattina e pomeriggio e riducendo il consumo a pranzo e a cena.
Nei pazienti sintomatici, che soffrono di disturbi digestivi significativi (nausea, gonfiore addominale, bocca amara) o di coliche biliari, la dieta è fondamentale nel controllo dei sintomi.
Cibi consigliati e cibi da evitare
Caffè, tè forte e cioccolata vanno sostituiti a colazione con latte scremato, yogurt, caffè d’orzo o decaffeinato, tè leggero.
Spaghetti e riso vanno conditi in maniera semplice (pomodoro fresco, olio d’oliva).
Evitare le carni grasse (maiale ed agnello), gelatinose, conservate ed insaccate ed i brodi di carne. Fra i pesci sono sconsigliati muggini, anguille, salmone, sgombri, aringhe e pesci sott’olio, oltre a crostacei e molluschi. Sostituirli con carni e pesci magri, bresaola e prosciutto magro.
Le uova vanno limitate anche nella composizione degli alimenti.
Da evitare i formaggi ad alto tenore di grassi (maggiore del 30%) e fermentati; preferire invece in piccole porzioni di formaggi a pasta molle (robiola, crescenza, ricotta con media percentuale di grassi). I legumi vanno consumati in piccole porzioni, soprattutto sotto forma di passati. Tra le verdure crude sono da preferire quelle “amare” : radicchio, cicoria, belga piuttosto che lattuga. Tra le verdure lessate scegliere fagioli verdi, carote e zucchine; evitare gli ortaggi sott’olio. Da evitare, anche nella preparazione dei cibi, il lardo, lo strutto e la margarina. Non esistono particolari limitazioni per la frutta, tranne nei casi in cui si soffra di gonfiori addominali (in tal caso meglio evitare la frutta troppo matura o zuccherina). Da evitare la frutta secca oleosa (noci, nocciole, arachidi).
Siete golosi? Evitate i dolci elaborati con cioccolata, crema o panna ed i fritti (bombe, ciambelle), soprattutto se freddi. Preferite la biscotteria secca, i dolci con marmellate o alla frutta, così come i gelati alla frutta. Mezzo bicchiere di vino a pasto? Si, se è rosso e sincero! Evitate i superalcolici, i cosiddetti “digestivi” e spumanti.
. Alimentazione e prevenzione
L’obeso ha un fattore di rischio per la calcolosi della colecisti 7 volte maggiore rispetto alla popolazione non obesa; ciò è dovuto all’aumento del colesterolo nella bile.
Il rapido dimagrimento è un altro ben noto fattore di rischio. Il 25% dei pazienti obesi che si sottopongono a dieta vanno incontro a calcolosi della colecisti sia per mobilizzazione del colesterolo e conseguente maggiore crescenze della bile, sia per la diminuita attività di svuotamento della colecisti legata alla riduzione del cibo.
E’ pertanto importante attuare fin dalla prima infanzia una corretta alimentazione, ricorrendo, ove necessario, all’aiuto dello specialista (dietologo, endocrinologo, psicologo, gastroenterologo) evitando, in caso di sovrappeso, le poco equilibrate diete “fai da te”, basate su lunghi e pericolosi digiuni!
L Unione Sarda - Collana : La Cucina Sarda Della Salute
Volume 9