Endoscopia. Un metodo di indagine sofisticatissimo

ENDOSCOPIA. UN METODO DI INDAGINE SOFISTICATISSIMO

LA SPELEOLOGIA DEL CORPO UMANO

Nata nell’800, per esplorare l’apparato digerente, l’endoscopia in circa due secoli ha fatto passi da gigante. Si è passati dai rudimentali endoscopi rigidi, sonde che raggiungevano lo stomaco per rivelarne i segreti, a strumenti sempre più flessibili e sofisticati, in grado di rimandare immagini dettagliate a colori: l’intestino in diretta. Oggi l’endoscopio spesso soppianta il bisturi (endoscopia operativa) e consente di eliminare calcoli, polipi e tumori, o di arrestare emorragie. Trasformato in una sorta di speleologo del corpo umano, il medico opera su esofago, pancreas, vie biliari e colon senza eseguire i traumi e le sofferenze dell’intervento chirurgico.

A Cagliari, pioniere della metodica è stato –Pietro Loriga, già direttore del reparto gastroenterologia del Santissima Trinità, dove ha creato il centro di riferimento della Asl 8 per le patologie dell’apparato digerente. E’ stato lui, nel 1979, ad asportare il primo polipo dall’intestino. .

Una tecnica versatile, all’epoca impiegata per salvare la vita a detenuti di Buoncammino che, pur di trascorrere qualche giorno fuori dal carcere, ingoiavano forchette o altri pezzi di metallo.

L’endoscopia si esegue con un apparecchio dotato di canale operativo (un tubicino largo 3-4 mm), percorso da u fascio di fibre ottiche, con in cima un bisturi elettrico e una microcamera che rimanda le immagini in una plancia, dove l’operatore lo manovra tramite una sorta di joystick. Il progresso tecnologico sta ampliando le potenzialità dell’endoscopia. Altra metodica avanzata, praticata al Santissima Trinità, è l’ecoendoscopia:. Quando l’endoscopio non si può usare (ad esempio, per scoprire la causa di un’emorragia occulta, negli otto metri del piccolo intestino) si fa ingoiare al paziente una capsula con all’interno una microtelecamere in grado di sparare 70 mila fotogrammi in 7 ore e mezza. Un intervento di endoscopia operativa dura, in media, dai 30 ai 60 giorni. Non è doloroso. Il paziente viene sedato con benzodiazepine, oppure con la sedo-analgesia, molto usata nella colonscopia, nella quale a un sedativo si aggiunge morfina, per eliminare completamente il dolore. Per le vie biliari e il pancreas si usa una sedazione più profonda, con un farmaco (Propofol). Come in tutte le metodiche operative, non si possono escludere complicazioni.

L'Unione Sarda

22/02/2014

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